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Jolanda Bufalini

Mercoledì 11 maggio si inaugura all’Archivio storico SNIA Viscosa, Parco delle Energie, via Prenestina 175, il ciclo di incontri dedicato a Italo Insolera nel decennale della morte. Il ciclo ha il titolo “Una storia che parla al presente” ed è organizzato dall’Archivio Insolera, dall’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, dalla Fondazione Gramsci, dal Centro di documentazione “Maria Baccante”. Il primo incontro (11 maggio, ore 17), introdotto da Francesco Scoppola, sarà dedicato a “Roma moderna”, in chiusura la proiezione di La zattera- Storia della città invisibile di Lorenzo Romito/Stalker. Seguiranno, il 18 maggio, “Suburbia”, 25 maggio, “L’Agro romano” e la proiezione di Mirabilia Urbis di Milo Adami, l’8 giugno, “Roma futura”, l’11 giugno ci sarà invece una visita alla cosiddetta Passeggiata archeologica che avrebbe dovuto raccordare i Fori all’Appia (ore 18) in collaborazione con Open House. La mostra “Periferie inquiete” si potrà visitare in occasione degli incontri.

Le giornate di studio e confronto dedicate ad Italo Insolera nel Parco dell’Ex Snia Viscosa assumono, per il luogo in cui si svolgeranno, un valore che supera la commemorazione storica. Il lago e il parco dell’ex Snia sono, infatti, oggi, Monumento naturale, grazie al lavoro trentennale del Forum territoriale permanente Parco delle Energie insieme a associazioni di cittadini, centri di ricerca romani e internazionali. L’ex Snia chiuse nel 1954, nel 1992 un tentativo di speculazione sull’area della fabbrica produsse, scavando, la fuoriuscita della falda e la nascita del lago.

Quello del lago Bullicante e dell’ex fabbrica Snia Viscosa è un paesaggio incredibilmente in continuità con la storia del paesaggio romano; l’ambiente selvatico che si riappropria delle rovine di un tempo consumato per dar rifugio a forme di vita tra loro straniere, e dispiegare le possibilità di un nuovo inizio dopo la fine, nelle relazioni tra ciò e chi è sopravvissuto al passato e ciò e chi è sopraggiunto da altrove (Romito 2020). Un tema da sempre presente nel mito di Roma eterna torna oggi nelle più avanzate riflessioni dell’ecologia sui disastri ambientali e il cambiamento climatico. L’ambiente in cui l’uomo perde il dominio dello spazio e del tempo è un paesaggio dove convivono la molteplicità di tempi, culture, specie, e dove sopravvivere alla transizione ecologica, tessendo relazioni con gli altri e le altre forme di vita per riabitare insieme un mondo nuovo . Questa prospettiva che, con linguaggi diversi, appartiene tanto alla città quanto alla sfida planetaria per affrontare la crisi ecologica in cui siamo precipitati, è la prospettiva che può ridare a Roma un diverso senso urbano (Kowarik 2021).

Le lotte, le ricerche, la gestione e manutenzione dove necessario, l’archivio “Maria Baccante” che conserva le memorie della fabbrica, hanno propiziato la rinascita di un habitat naturale straordinario in una delle zone più densamente abitate di Roma, che costituisce oggi la congiunzione fisica e ideale fra il parco dell’Appia antica e il parco dell’Aniene.

In questi giorni il Demanio dovrebbe acquisire il Lago Bullicante al demanio idrico, in un breve giro di tempo il Consiglio regionale del Lazio dovrebbe discutere, su indicazione del presidente Nicola Zingaretti, l’ampliamento del “Monumento naturale” a tutta l’area, comprendendo i fabbricati ancora in proprietà dei privati.

Si tratta di passaggi molto importanti nella prospettiva dei quali il Forum Parco delle energie ha elaborato e presentato a Roma Capitale nel 2021 il “Progetto di tutela e recupero ecosistemico dell’Area ex Snia Viscosa”.

Ma nulla deve essere dato per scontato, infatti – nonostante il sostegno del Municipio V e del presidente del Municipio Caliste – i privati hanno a loro volta presentato agli uffici urbanistici i loro progetti di restauro, calando una pesante ipoteca sull’area perimetrale. È convinzione del Forum che, per salvaguardare il progetto di rinaturalizzazione, si debba ricorrere allo strumento dell’esproprio.

Italo Insolera, torinese di nascita (1929-2012), urbanista, architetto, storico e studioso delle città, è stato sedotto da Roma, dove ha studiato, vissuto e lavorato intensamente come progettista di piani regolatori, edilizia pubblica, restauri e mostre. Docente per lunghi anni a Venezia e Ginevra, portano la sua firma, tra gli altri: la Biblioteca nazionale di Torino, il pionieristico Progetto Pilota per la Dorsale umbra , il Piano per il Centro storico di Palermo, il Parco che tuttora tutela le pinete costiere della Maremma livornese, esempi di un’urbanistica dettata dagli interessi collettivi. Il libro “Roma moderna”, il suo capolavoro uscito la prima volta nel 1962, è un saggio ineguagliato sulla storia urbana della Capitale per la denuncia del peso della rendita e degli appetiti fondiari che, con poche eccezioni, hanno governato l’espansione dell’Urbe e la devastazione dell’Agro. Delle numerose edizioni e ristampe, l’ultima del 2011 presenta novità di rilievo. L’inizio del racconto è anticipato al 1811, quando Napoleone I adotta il decreto imperiale su “l’embellissement de Rome” per la realizzazione di una Passeggiata archeologica tra i Fori e l’Appia. Mentre i due capitoli conclusivi descrivono con ottimismo l’Appia Antica come “colonna vertebrale” per l’ambiente e la cultura della Roma futura, una Roma multietnica con piazza Vittorio, simbolo di una trasformazione che “getta alle ortiche la difesa di ormai inservibili identità culturali e religiose”.
Il sodalizio di una vita con Antonio Cederna è stato forte anche per il rapporto che entrambi ebbero sempre con le associazioni ambientaliste e culturali, e più in generale con il mondo della partecipazione e della protesta, lasciandoci l’eredità più difficile che tutti dobbiamo raccogliere: saper stabilire un legame fecondo fra l’alta cultura e i fermenti autentici e profondi della società.

Ricordare oggi Insolera all’Archivio “Maria Baccante”, che conserva la memoria del lavoro operaio alla Snia Viscosa e la Resistenza che ne scaturì, ci deve interrogare sulla trasformazione della città contemporanea, le battaglie che ancora ne agitano i quartieri, le criticità ambientali che pone l’inarrestabile consumo dei suoli. Insolera guardava all’inquietudine delle periferie alla ricerca di nuove, più eque traiettorie di sviluppo; i vecchi documenti della fabbrica affiancati alle foto dell’Istituto Luce, della Fondazione Gramsci e agli scatti di Insolera in giro per la Roma degli anni 60-70, ripercorrono il fermento e la storia che lui considerava patrimonio comune.