4 LUOGHI COMUNI

La gestione “privatistica” dei servizi pubblici è la migliore soluzione all’inefficienza del pubblico. FALSO
I servizi pubblici sono un costo da ridurre e ottimizzare per la cittadinanza e le casse comunali. FALSO
La regolazione è una questione meramente tecnica e neutrale, da cui la politica deve tenersi lontana. FALSO
La sostenibilità degli ecosistemi è un vincolo da subire. FALSO

Sono almeno quattro i luoghi comuni da ribaltare per definire un nuovo paradigma di gestione dei servizi pubblici a Roma, ripensando e combinando insieme elementi pubblici, di mercato (ove utile, con regole certe e rispondendo alle esigenze pubbliche) e civici o autorganizzati.

AL CONTRARIO

  • Alla presunta dicotomia tra una gestione pubblica inevitabilmente inefficiente e una gestione “privatistica” sempre efficace, andrebbe contrapposta una proposta di integrazione della sfera pubblica e privata;
  • Alla visione dei servizi pubblici come costo da ridurre e ottimizzare per la cittadinanza e le casse comunali, ne andrebbe promulgata una opposta che li vede invece come investimento sociale per generare benefici collettivi e diffusi;
  • All’idea che la regolazione sia una questione meramente tecnica e neutrale, da cui la politica deve tenersi lontana, andrebbe replicato che si tratta invece di una questione discrezionale e orientata a rimuovere divari territoriali e disuguaglianze;
  • A chi ritiene la sostenibilità degli ecosistemi un vincolo da subire, andrebbe ribadito il suo ruolo di volano per accelerare l’innovazione tenendo insieme giustizia sociale e giustizia ambientale.

Le infrastrutture e i servizi pubblici di Roma e del suo hinterland, in particolare sanità, acqua, energia, trasporti e rifiuti, sono fattori chiave per il miglioramento dell’ambiente urbano nel suo insieme e per la salute, il benessere e la qualità della vita dei cittadini. Insieme al welfare, la fornitura di beni e servizi di base è cruciale per le opportunità delle famiglie, gli investimenti delle imprese, la crescita dell’occupazione e della “economia fondamentale materiale”. Il deterioramento e, in alcuni casi, la profonda crisi dei servizi pubblici a Roma, soprattutto trasporti e igiene urbana, esasperano le disparità tra cittadini, venendo percepite sempre più come un vero “pericolo pubblico”. 

Le criticità determinano elevati costi per i cittadini e l’ambiente, e non permettono di ridurre le disuguaglianze socio-economiche e i divari territoriali alimentati da:

  • un’offerta di bus, metropolitane, ferrovie e persino della mobilità condivisa squilibrata tra aree della città, con l’uso massiccio di veicoli privati e un trasporto pubblico percepito di scarsa qualità e basso appeal, peggiorato dagli attuali problemi di bilancio di ATAC;
  • una tariffa rifiuti elevata rispetto alle altre grandi città italiane, in cambio della quale i servizi di AMA sono troppo spesso insufficienti per le utenze sia domestiche che commerciali, peraltro con effetti di forte pressione ambientale in alcune aree della città e con scarso interesse verso l’economia circolare;
  • l’ambiguità nella definizione degli obiettivi industriali di ACEA, la maggiore multiutility pubblico-privata cittadina per il servizio idrico e l’energia, con una conseguente scarsa attenzione nei confronti della water ed energy poverty che esiste in città e riguarda molte famiglie;
  • una diseguale distribuzione dei servizi socio-sanitari di prevenzione e cura più presenti nelle zone centrali della città, sostanzialmente dentro il GRA, cui corrisponde una salute peggiore (e indici di mortalità maggiore) nelle zone periferiche e nell’hinterland;
  • incuria urbana diffusa, che alimenta la percezione di insicurezza soprattutto nelle zone periferiche dove le strade, molte delle quali ancora non trasferite al demanio comunale, sono poco o male illuminate nonostante le nuove lampade a led.

Per ognuno di questi servizi descriviamo brevemente i problemi attuali della loro gestione, cercando di evidenziare inefficienze nella produzione, divari territoriali nell’offerta, disuguaglianze socioeconomiche nel consumo. Per cambiare questa realtà inadeguata, iniqua e inefficiente non bastano piccoli aggiustamenti nell’offerta dei diversi servizi, ma serve scardinare la governance tradizionale delle reti e degli ecosistemi.

Il capitolo Energie e reti a servizio della città, tra giustizia sociale e ambientale è parte di un lavoro collettivo dal titolo Manifesto per Roma, che viene interamente pubblicato in questo sito, nella sezione ProposteA questo capitolo hanno contribuito: Daniela De Leo, Edoardo Esposto, Alfredo Macchiati, Lorenzo Paglione, Federico Tomassi (coordinatore), Edoardo Zanchini.