di Andrea Declich
Si riporta, qui di seguito, l’intervento di Andrea Declich, di Roma Ricerca Roma, all’iniziativa convocata da numerose associazioni della cittadinanza lo scorso 27 marzo, intitolata “Iperturismo: cosa si sta facendo per contrastarlo?”

E’ di alcuni giorni fa la notizia che a Roma verrà avviato l’Archeotram.
Il 28 febbraio, ne parlava la cronaca di Roma di Repubblica. Il giorno prima, ne aveva parlato diffusamente Walter Tocci in uno dei nostri “Dialoghi costituenti” che abbiamo convocato per parlare di Piazzale Ostiense.
Avevamo convocato questa iniziativa per parlare di un luogo emblematico di Roma:
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Un luogo di grande bellezza, perché le rimanenze della Roma antica e alcune costruzioni della Roma moderna plasmano il piazzale Ostiense in maniera significativa
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La stessa edilizia popolare, con rioni come San Saba e Testaccio, testimoniano di come la qualità urbana – a volerlo – possa essere accessibile a tutti. Quartieri ancora abitati dai romani sebbene siano numerose le pressioni per espellere gente in favore di B&B e abitanti ricchi in generale
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Non solo bellezza, tuttavia: Piazzale Ostiense è un nodo del trasporto romano che, come spesso succede in questa città, è del tutto negletto
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Tutto questo pesa su un luogo che ha un grande significato per la cultura civile non solo di Roma, ma di tutto il paese. Nel ’43, con la battaglia di Porta San Paolo, si può dire, nasce il riscatto dell’Italia e, forse la stessa Repubblica. Negli anni è stato anche il luogo delle battaglie per la difesa della democrazia
Un luogo da ripensare e risistemare al servizio della città, di una nuova visione, se non di un nuovo paradigma, che veda al centro i residenti di Roma e la possibilità per loro di vivere la città e di accedere alla sua ricchezza ed opportunità, affrancati dal trasporto privato su gomma.
Non mi dilungo su tutto ciò. Ma perché parlarne qui oggi?
Perché, un tema centrale nel ripensamento di Piazzale Ostiense è proprio l’Archeotram.
Si tratta di una linea tramviaria ordinaria, solamente marcata da carrozze di colore speciale. Il titolo di viaggio è quello normale.
Il tragitto è interessante. Da piazzale Ostiense, per viale Aventino, si arriva a via di San Gregorio e al Colosseo. Poi, di li, per via Labicana e via Emanuele Filiberto, si arriva a San Giovanni e, per via Carlo Felice, si giunge a Porta Maggiore, per proseguire lungo via di Porta Maggiore, piazza Vittorio e via Napoleone III, fino alla stazione Termini. Poi, il percorso, si rifà a ritroso. C’è un solo capolinea, a Piazzale Ostiense. La frequenza iniziale sarà di un passaggio ogni mezz’ora. L’avvio era inizialmente previsto entro aprile.
Con l’archeotram, sui binari esistenti, si toccano tutti i luoghi centrali della Roma antica.
Si tratta di un mezzo di grande importanza per accedere al centro da un grande snodo del traffico urbano su ferro, forse il più importante – Piazzale Ostiense – e dal più importante snodo del traffico romano – la stazione Termini. Senza contare tutti gli altri incroci importanti con le linee della metropolitana (a viale Manzoni, al Colosseo, a Piazza San Giovanni).
L’archeotram è una novità per quanto riguarda il trasporto a Roma, cioè per l’accesso alla città da parte di tutti e, ovviamente, anche da parte dei turisti.
Per la cronaca, si sarebbe potuto già fare ai tempi del Grande Giubileo del 2000. Fu pensato allora dal grande urbanista Italo Insolera. L’intervento è semplice. Se non è stato realizzato è perché non lo si è voluto fare.
Il perché in 25 anni sia andata così, lo lascio alle riflessioni personali.
Il punto è che le forze che hanno trattenuto il lancio di questa semplice novità, probabilmente sono ancora attive.
Noi pensiamo che l’Archeotram sia una grande opportunità per i romani, per due motivi generali:
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Primo motivo: è una risposta alla domanda di accessibilità alle zone centrali da parte dei residenti.
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Si tratta, cioè, di una maggiore offerta di trasporto che può contribuire ad altre politiche di trasporto, che andrebbero fatte, per decongestionare il centro di Roma dal traffico automobilistico
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Secondo motivo: è un contributo, potenzialmente importante, per soddisfare la domanda di trasporto turistico, che anche grazie a questa iniziativa, può essere gestita senza il ricorso al trasporto privato su gomma dei pullman.
Se parliamo di lotta all’iperturismo, dobbiamo guardare a questi due elementi.
Si deve parlare, però, di potenzialità che vanno gestite affinché possano essere tramutate in fatti.
Il rischio è che si faccia la solita iniziativa velleitaria, destinata a durare poco.
Abbiamo sentito le critiche infondate che si fecero a suo tempo alle linee turistiche istituite per il Grande Giubileo del 2000. Le famose, secondo alcuni famigerate, LINEE J. Che poi vennero abolite.
L’archeotram potrebbe essere una delle tante risposte che si devono dare per essere all’altezza della sfida dell’iperturismo.
E’ un modo con cui si aumenta l’accessibilità, libera e per tutti, all’area archeologica, in particolare al CaRMe (Centro Archeologico Monumentale).
Potrebbero usufruire di tale offerta, non solamente i turisti, variamente organizzati, ma anche
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scolaresche,
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romani che vanno al lavoro, che devono andare in centro,
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giovani che vogliono andare in centro – magari per partecipare alla movida -,
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romani a passeggio…
L’Archeotram è un tipo di servizio pubblico che renderebbe la città oggetto di una fruizione non stereotipata, al contrario di quella che viene offerta ora, in particolare col cosiddetto turismo esperienziale.
Ma per rendere questa idea realtà sono necessarie alcune condizioni, che è bene mettere in evidenza. E’ utile, tuttavia, fare alcune premesse.
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Innanzitutto, bisogna avere in mente che è un servizio la cui frequenza deve poter aumentare
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Il collegamento con l’Appia attraverso altri vettori- una delle parti del progetto Archeotram (si veda l’intervento di Walter Tocci qui) – è una promessa da mantenere
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L’integrazione con gli altri mezzi di trasporto pubblici, in particolare sul ferro, deve essere resa effettiva. Di li l’importanza dei due estremi del percorso dell’Archeotram, vale a dire, di:
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piazzale Ostiense, che andrebbe ripensata anche tenendo conto di questa sua centralità come porta di accesso al centro
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Termini, dove potrebbe scambiare con il TVA (l’assessore ai trasporti promette che il TVA si farà. Per ora, a Roma vediamo nuove linee di tram ma anche vecchie linee che vengono troncate, come il 19 a piazza Risorgimento)
Le condizioni per realizzare con successo questo progetto, dunque, sarebbero le seguenti:
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Prima condizione: far conoscere l’archeotram; potrebbe essere offerto gratis ogni prima domenica del mese, quando sono gratis anche i musei. I romani potrebbero capire che, come i musei sono per tutti, lo è anche il mezzo per arrivarci.
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In questo quadro, l’Archeotram dovrebbe essere fatto conoscere ai turisti attraverso iniziative mirate.
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Seconda condizione: aggiornare e incrementare l’offerta, quindi monitorare l’andamento del servizio, raccogliere l’opinione e i suggerimenti degli utenti. A questo proposito, esistono proposte che potrebbero portare ad aumentare il numero di vetture in breve tempo e con poca spesa (Odissea Quotidiana propone alcuni restauri di vecchie carrozze)
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Terza condizione: non tradire l’Archeotram, cioè fare in modo che rimanga un servizio per tutti, cioè non un complemento a servizi brutti e inquinanti come i pullman Hop-off
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Quarta condizione: l’Archeotram deve rispettare i luoghi preziosi in cui transita. Questo è particolarmente vero per quanto riguarda piazzale Ostiense e i quartieri limitrofi. L’eventuale scambio coi pullman turistici non deve essere realizzato a scapito della vivibilità del piazzale e dei quartieri attorno al capolinea. Su questo bisogna essere molto chiari.
Insomma, non sarà mettendo tre vecchi tram “stanga” restaurati e ridipinti che si innova la mobilità a Roma nelle zone di pregio artistico e culturale.
Se si rispettano le condizioni di cui sopra – naturalmente, andrebbe discusso il come – l’Archeotram potrebbe diventare il seme di un modo nuovo di proporre la città ai residenti e ai turisti, in modo sostenibile.
Purtroppo, sappiamo che tutto ciò non è scontato (si veda il caso del tram di piazza Risorgimento).