Carme è il progetto di riqualificazione dell’area archeologica centrale basato sui lavori della commissione presieduta da Walter Tocci su incarico del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e del Ministero per i beni culturali. Prevede un grande impegno finanziario di 282 milioni di euro per opere statali e comunali che attingono ai programmi del Giubileo, del PNRR e dell’ordinario bilancio capitolino. È il più grande investimento mai realizzato nell’area archeologica centrale. Ed è solo la prima fase, alla quale seguiranno le opere, ancora da finanziare, previste nel successivo Piano Strategico.

Le aree archeologiche, con le opportune tutele, potranno tornare a svolgere la funzione simbolica di centro della Civitas

Il compito del progetto è ambizioso: riscoprire l’area dei Fori come il centro della vita pubblica, proprio come era nell’antichità.

Con adeguate tutele, restauri e allestimenti, gli spazi moderni e le aree archeologiche possono svolgere pienamente la funzione simbolica di centro della civitas e nel contempo costituire il luogo prediletto della vita quotidiana, dove darsi un appuntamento, camminare attraverso la storia, conoscere la vicenda plurimillenaria della città, sentirsi liberi di giocare, studiare o lavorare, partecipare agli eventi civili e al dibattito pubblico e soprattutto riconoscersi come cittadini di Roma e del mondo.

La scala del progetto è molto più ampia dei Fori e comprende tutta l’area compresa tra piazza Venezia, le Terme di Caracalla, Colle Oppio e il Tevere. È il Centro Archeologico Monumentale di Roma. Lo indichiamo con l’acronimo CArMe, in memoria del componimento poetico che in età arcaica svolgeva una funzione propiziatoria per le grandi imprese, sperando sia di buon augurio anche oggi.

La trasformazione del Centro Archeologico Monumentale (CArMe) è la più bella notizia che Roma possa dare al mondo. È l’ambizione di ravvivare la memoria storica come energia di cambiamento della città. È l’occasione della riscossa civile dopo la stagnazione che ha attanagliato la Capitale negli ultimi tempi. È la meraviglia da condividere tra tutte le genti, tra le diverse generazioni, tra gli abitanti e i visitatori, tra il centro e la periferia, come auspicava il sindaco Petroselli.

Un’operazione di reincanto: se i romani torneranno a vivere la città antica, ne guadagnerà l’autenticità dei luoghi

Purtroppo, la vita urbana si è allontanata dall’area archeologica, ormai consegnata quasi esclusivamente al turismo di massa. Eppure i cittadini del mondo sarebbero accolti nel modo migliore se i monumenti fossero frequentati anche dagli abitanti, i quali custodiscono l’autenticità dei luoghi, animano la vita dei rioni e differenziano le attività culturali ed economiche, evitando i rischi dell’omologazione del tessuto urbano. Il nostro obiettivo, quindi, è il reincanto dei romani verso la città antica.

Tutto ciò richiederà un impegno di lungo periodo. Entro il 2024 verrà presentato in Assemblea Capitolina il Piano Strategico del CArMe, adempiendo a una previsione del Prg del 2008, mai attuata fino ad oggi. Il Piano sarà sottoposto ad un ampio dibattito nel campo della scienza urbana, nelle sedi istituzionali locali e statali, tra gli osservatori internazionali, nella dialettica politica, e con il coinvolgimento della cittadinanza attiva e dell’opinione pubblica.

Un piano strategico basato su tre principi regolativi

I suoi principi regolativi sono tre:

  • la molteplicità dei luoghi, sia nella dimensione verticale – dal sottosuolo al cielo: stazioni metro, piazze antiche, piazze contemporanee, terrazze – sia nella dimensione orizzontale, riscoprendo non solo i Fori e il Colosseo, ma l’immensa varietà dei paesaggi e dei monumenti;
  • la prossimità all’antico, sia in senso spaziale – come possibilità di conoscere da vicino e passeggiare attraverso le testimonianze storiche di Roma – sia in senso temporale – come rielaborazione, culturale e sociale, della memoria urbana nella vita contemporanea;
  • l’apertura verso la città per superare l’attuale isolamento dell’area e fruire di nuove connessioni con i rioni circostanti, con l’Appia Antica, la Campagna Romana e l’intera Città Metropolitana.

La fattibilità del progetto è resa possibile dalle infrastrutture in fase di realizzazione: la metro C, il tram TVA e il GRAB. In futuro si potranno raccogliere i frutti del poderoso investimento sul trasporto pubblico. Con la nuova stazione di piazza Venezia, infatti, sarà possibile eliminare tutto il traffico da via dei Fori, anche gli autobus, oltre le automobili, già allontanate nel 2013 con la coraggiosa decisione del sindaco Marino.

Ciò significa che si può pensare a una pedonalizzazione integrale di tutta l’area archeologica, accompagnata dai sistemi di mobilità dolce, bici, monopattini, piccoli mezzi elettrici ecc. È l’occasione per superare la funzione novecentesca: non più la zona di attraversamento dei grandi flussi meccanizzati tra centro e periferia, ma il nuovo centro di cultura e di vita popolare. Le soluzioni progettuali saranno proposte dai grandi concorsi internazionali di architettura che si svolgeranno nei prossimi anni sulla base degli indirizzi del Piano Strategico. Sarà un’impresa da attuare con gradualità, non mancheranno risultati intermedi, ma nel complesso si svilupperà per oltre un decennio.

Un programma operativo per il triennio 2025-2027

Nel frattempo vogliamo far vedere ai cittadini alcuni miglioramenti, mediante i restauri dei monumenti, le riqualificazioni degli spazi pubblici, gli allestimenti reversibili. Si tratta di progetti che non modificano la struttura del sito, ma anticipano e rendono comprensibile la logica della trasformazione definitiva. Queste opere costituiscono il Programma Operativo in attuazione nel triennio 2025-2027.

Oggi la via dei Fori è una grande strada con la potenzialità di sei corsie – come il Grande Raccordo Anulare – che però già non serve più per le automobili. Un enorme spazio pubblico, quattro volte più grande di piazza Navona, viene sprecato e comunque non utilizzato pienamente dai cittadini. È possibile confinare il flusso di autobus su due corsie e destinare le altre quattro all’ampliamento degli attuali spazi pedonali. Il concorso internazionale già bandito proporrà un progetto di allestimento con l’obiettivo di cambiare il verso al sito. Non avrà più l’immagine novecentesca di una strada dove sfrecciare in automobile, ma sarà fruito come un insieme di spazi pubblici vocati alla connessione tra antico e contemporaneo.

La via dei Fori Imperiali abusa del suo nome, poiché dalla strada non si può accedere direttamente alle antiche piazze imperiali. Con il progetto che scaturirà dal concorso, invece, tra l’area urbana e l’area archeologica si svilupperanno inedite relazioni visive e funzionali: si potrà passeggiare nei nuovi spazi pedonali fin verso le balconate protese sui monumenti; si potrà scendere nelle antiche piazze – di Cesare, Nerva, Augusto, Traiano – collegate da un anello pedonale che condurrà a un ascensore di risalita verso l’area urbana del Quirinale; si potrà attraversare l’area archeologica mediante i nuovi percorsi sopraelevati che consentiranno di ritrovare le antiche connessioni con la vita quotidiana dei rioni circostanti, da Monti, al Velabro, fino al Tevere.

Molta cura sarà posta nella sistemazione del verde, non solo per la qualità del paesaggio, ma per assicurare soprattutto in estate la frescura della vegetazione.

Il Tempio della Pace, il Foro più oscurato dalla strada novecentesca, sarà riportato alla luce in tutto il suo fascino di giardino di pietra e di centro culturale, che stupiva i visitatori antichi. Al di sopra si realizzeranno due nuove piazze contemporanee, da un lato verso la Basilica di Massenzio e il Foro repubblicano e dall’altro ai piedi della Torre dei Conti, restaurata come imponente presenza medievale e aperta al pubblico, insieme alla splendida terrazza, come luogo di studio per i giovani e moderno landmark della Città dei Fori. L’ampia pedonalizzazione di via Cavour costituirà una nuova promenade, da cui i cittadini potranno accedere all’area archeologica.

Inoltre, sulla base del concorso in atto, il CArMe sarà connesso da una Nuova Passeggiata Archeologica, sull’esempio di quella ottocentesca del ministro Baccelli, una delle migliori opere della giovane capitale. Sarà un grande anello pedonale che avvolgerà come in un abbraccio tutti i monumenti e i paesaggi, dai Fori, al Colosseo, al Colle Oppio, al Celio, al Circo Massimo, alla Bocca della Verità, al Campidoglio. Costituirà un percorso di alta qualità per l’arredo urbano, per l’illuminazione notturna, per la cura del verde e per l’efficacia degli strumenti di informazione e degli ausili per la conoscenza della storia di Roma.

Non sarà un intervento isolato, anzi consentirà ai visitatori di scoprire molte altre  opere che verranno realizzate lungo il suo itinerario, come una collana composta di tante pietre preziose: la nuova stazione Fori della metro C con l’esposizione, in un museo quotidiano, dei reperti scoperti negli scavi, in particolare la grande zanna di elefante del Pleistocene; il Belvedere Cederna riaperto al pubblico e connesso al restauro del giardino rinascimentale e dell’intera Villa Rivaldi; il giardino devichiano di Colle Oppio riqualificato e arricchito dalla nuova architettura, progettata mediante un altro concorso, della Cisterna delle Sette Sale; il parco del Celio abbellito come balconata sul Palatino e sul Colosseo e luogo di incontro e di conoscenza, dove si potrà prendere un caffè nella restaurata Casina del Salvi oppure camminare sopra la mappa lapidea della Forma Urbis allestita nella palestra ex-GIL; il mirabile parco urbano nell’antica valle Murcia, dalle Terme di Caracalla, al Circo Massimo e al Palatino, da progettare mediante un concorso di architettura del paesaggio; il riuso degli immobili comunali di via dei Cerchi come luoghi della conoscenza storica e del restauro dell’immenso patrimonio di reperti dell’Antiquarium capitolino; la nuova piazza della Bocca della Verità aperta verso il restaurato Foro Boario, l’Arco di Giano liberato dall’orrenda cancellata e il Velabro affacciato sulla Passeggiata Archeologica, in una visione contemporanea che riscopre la relazione originaria tra i Fori e il Tevere; la Casina Vignola Boccapaduli allestita come centro informativo e stazione di partenza dei percorsi pedonali e ciclabili e del bus elettrico diretti verso l’Appia Antica.

La Passeggiata Archeologica, inoltre, verrà irrorata da diversi itinerari pedonali provenienti dalla città, dalla Stazione Termini, da Campo Marzio, da Esquilino, da San Giovanni, dalle Mura Aureliane, dall’Aventino, come a ricordare i torrenti che in epoca arcaica irroravano la valle, in seguito non a caso chiamata dei Pantani.

L’apertura del CArMe verso la città verrà rafforzata dalla nuova linea tranviaria, l’Archeotram, che utilizzerà in gran parte l’infrastruttura esistente. I cittadini e visitatori avranno a disposizione un servizio di trasporto mirato alla visita di quasi tutto il patrimonio monumentale di Roma antica: Piramide, Circo, Massimo, Celio, Palatino, Colosseo, Basilica di San Clemente, Mura Aureliane di San Giovanni, Porta Maggiore, Horti Imperiali a piazza Vittorio, Terme di Diocleziano e Museo Archeologico nazionale. Dalla stazione Termini, inoltre, sarà disponibile un treno che in soli nove minuti porterà i visitatori nel cuore dell’Appia Antica, alla stazione di Torricola, dalla quale potranno tornare a piedi, in bici o con il bus elettrico fino alla stazione di Vignola Boccapaduli dell’Archeotram e quindi al punto di partenza a Termini, con un affascinante anello intermodale che utilizzerà tutti i mezzi di trasporto a favore della conoscenza storica, una sorta di ArcheoMetrebus.

Tutti questi progetti sono compresi nel Programma Operativo con un grande impegno finanziario di 282 milioni di euro per opere statali e comunali che attingono ai programmi del Giubileo, del PNRR e dell’ordinario bilancio capitolino. È il più grande investimento mai realizzato nell’area archeologica centrale. Ed è solo la prima fase, alla quale seguiranno le opere, ancora da finanziare, previste nel successivo Piano Strategico.

Dal Colosseo a Gabi, un gemellaggio tra i Fori e almeno un’area per ogni municipio

D’altro canto, questi programmi che l’Europa e l’Italia hanno messo a disposizione della Capitale riguardano non solo il Centro Storico, ma rendono possibile un poderoso investimento pubblico in tutta la città, e in particolare nella sua periferia. Il reincanto verso la città antica, quindi, deve coinvolgere tutto il territorio. Per questo abbiamo pensato di istituire una sorta di gemellaggio tra i Fori e almeno un’area archeologica in ogni Municipio.

Ad esempio, per il Giubileo avremo il nuovo capolinea della metro C proprio in via dei Fori; l’altro capolinea si trova già nei pressi dell’antica città di Gabi. Possiamo immaginare che i visitatori dell’area archeologica centrale prendano la metro e proseguano poi a piedi o in bici fino al sito archeologico della città preromana, il più lontano dal Colosseo, sia nello spazio del suburbio sia nel tempo della storia antica.

Le 14 aree municipali, gemellate e sostenute dalla nervatura dell’accessibilità, contribuiscono a svelare la ricchezza del diffuso patrimonio archeologico-monumentale della Campagna Romana. È il tentativo di coinvolgere i romani nella riscoperta della città antica come leva per la trasformazione della città di oggi.

A tal fine si istituirà il Laboratorio per la Conoscenza e la Trasformazione del CArMe (LCTC), un centro culturale dedicato alla divulgazione della storia di Roma e alla documentazione dei progetti per l’area archeologica. La sede sarà collocata in via definitiva nella Torre dei Conti e, in attesa della sua ristrutturazione, negli spazi liberi dell’edificio ex-Pantanella di via dei Cerchi. Tutte le progettazioni del Piano Strategico e del Programma Operativo saranno oggetto di ampio dibattito pubblico e verranno sottoposte al controllo e alle proposte dei cittadini, delle associazioni e degli Enti culturali, sulla base dei principi del “patrimonio condiviso” definiti dalla Convenzione di Faro.

Con l’occasione si dovrà risolvere la grave carenza di servizi per i visitatori, dalle informazioni turistiche, alla conoscenza dei luoghi, fino alle essenziali disponibilità di toilette e di acqua potabile. È la principale inadeguatezza del sito: non solo ne rende molto faticosa la fruizione, ma ne indebolisce anche l’immagine internazionale.

Realizzeremo una rete di centri servizi che miglioreranno il benessere dei visitatori e utilizzeranno le tecnologie digitali per fornire sussidi didattici e aiutare la comprensione di una storia plurimillenaria. Questi centri si collocheranno negli spazi liberi del Foro di Cesare, della Basilica Ulpia, di via del Tempio della Pace, dei parchi di Colle Oppio e del Celio.

All’operazione reincanto contribuiranno anche le architetture temporanee, gli allestimenti artistici, le rappresentazioni virtuali, le aree per gli spettacoli, gli spazi di aggregazione per i giovani e per i giochi dei bambini, i luoghi destinati alla vita pubblica, all’incontro tra i cittadini e alle iniziative delle associazioni di cittadinanza attiva.

Tutte le componenti del progetto, quindi, cooperano per la riscoperta del Centro Archeologico Monumentale, come luogo della conoscenza, come interpretazione contemporanea dell’antico, come centro della vita pubblica e come occasione di riconoscimento della civitas di Roma e del mondo.