Autore
Filippo Celata
I risultati delle elezioni comunali del 3-4 e 17-18 ottobre 2021 per sezione elettorale permettono una cartografia molto accurata della geografia del voto a Roma. Per facilitare la lettura abbiamo prodotto delle mappe di densità dei voti in più o in meno che, nelle diverse zone, i candidati principali hanno ottenuto al primo turno rispetto alla media dei voti da loro ottenuti a livello comunale. Si tratta in altre parole dello scarto tra i voti ottenuti rispetto ai voti che avrebbero preso se il risultato in quel seggio rispecchiasse quello a livello comunale. Allo stesso modo abbiamo mappato la differenza tra i voti ottenuti in queste elezioni rispetto alle ultime elezioni comunali del 2016. In questo modo la rappresentazione non è solo chiara e, crediamo, efficace nel mostrare dove ha prevalso un candidato rispetto a un altro, ma anche meno fuorviante rispetto al consueto dato sui voti totali o percentuali ottenuti, che risente inevitabilmente della distribuzione complessiva dei votanti e della partizione territoriale utilizzata, particolarmente fuorviante laddove si utilizzano i Municipi.
I risultati sono riportati qui sotto per Roberto Gualtieri. Nella carta a sinistra, le zone blu sono quelle dove Gualtieri al primo turno ha ottenuto relativamente più voti rispetto alla percentuale ottenuta a livello comunale, e il contrario nelle zone rosse. Nella carta a destra, le zone verdi sono quelle dove Gualtieri è andato relativamente meglio che nel 2016 il candidato del centro-sinistra Roberto Giachetti, e il contrario nelle zone rosse.
Sebbene sia molto evidente un pattern centro-periferia, l’area centrale di maggiore consenso relativo a Gualtieri va ben oltre la cosiddetta ‘città della ZTL’ (dove peraltro i residenti sono ormai pochi), perfino oltre l’anello ferroviario, e copre gran parte della città consolidata. Colpisce soprattutto l’ottimo risultato in molta parte della cosiddetta periferia storica, da Portuense a Monte Sacro, e in particolare sia il numero molto alto che la notevole crescita rispetto al 2016 nella zona tra Tuscolano e Garbatella. Fuori dalla città consolidata il risultato è invece sempre negativo, sebbene si notino nella carta a destra performance positive rispetto al 2016 in alcuni spot più periferici nei pressi di, ad esempio, Primavalle, Infernetto, Laurentino, Lunghezza. Molto negativo sia in assoluto che anche rispetto alle precedenti elezioni il risultato in quasi tutto il quadrante Est, sia dentro che soprattutto fuori il Raccordo Anulare.
Il risultato negativo di Gualtieri nella città consolidata settentrionale, ovvero a Roma Nord, è facilmente spiegato dall’ottimo risultato di Carlo Calenda, i cui voti si concentrano fortemente e quasi esclusivamente in questa zona residenziale e ricca della città, dal Nomentano alla Cassia, incamerando qui anche i voti di molti di coloro che sia nelle occasioni elettorali più recenti, che storicamente, ha votato per il centro-destra. Gualtieri e Calenda quindi si spartiscono in qualche modo e quasi per intero la città consolidata, collocandosi specularmente secondo una geografia ben nota ai romani: Roma Nord da una parte, che corrisponde perfettamente al bacino di voti per Calenda, e il resto della città consolidata dall’altra, dove prevale Gualtieri. Il confronto tra il voto a Calenda e quello ottenuto da Alfio Marchini nel 2016 si riporta per completezza, ma è ovviamente improprio: sono due candidature molto diverse, e il voto per Calenda appare molto più concentrato e connotato geograficamente.
Il confronto 2016-2021 per Virginia Raggi è invece impietoso: la candidata dei 5Stelle è andata quasi ovunque molto peggio e in particolare, in maniera speculare rispetto a Gualtieri e Calenda, nella città consolidata, dal centro alla periferia storica. Il risultato è particolarmente negativo a Roma Nord in termini di scarti rispetto alla media (carta a sinistra), e a Sud-Est in termini di diminuzione di votanti rispetto al 2016 (carta a destra). I voti della candidata si concentrano quasi esclusivamente nella periferia più esterna, e in particolare nel quadrante Est.
Il voto a Michetti appare anche in questo caso speculare a quello al centro-sinistra. In relazione alla media ottenuta a livello comunale, lo scarto positivo a favore di Michetti – l’area quindi dove egli è andato relativamente bene – risulta spalmato su tutta l’area esterna alla città consolidata con punte al Labaro, Boccea, Ostia-Acilia e soprattutto nella periferia Est. Il candidato è andato quasi ovunque meglio rispetto ai risultati ottenuti da Giorgia Meloni nel 2016, senza riuscire tuttavia a modificare la geografia di un voto romano al centro-destra che appare sempre più collocarsi nelle periferie più esterne. E senza riuscire a incamerare il voto di chi aveva votato Raggi e non l’ha rivotata, voto che si è in buona parte tradotto in astensione. Michetti non riesce d’altro lato neanche a ottenere il voto di molti di coloro che, soprattutto nelle aree più esterne, alle ultime occasioni elettorali aveva votato per la Lega.
Al ballottaggio Gualtieri ha enormemente incrementato il suo consenso ottenendo anche buona parte dei voti di chi, nelle zone interne al GRA, al primo turno ha preferito Calenda o Raggi, ma ha deciso in ogni caso di andare a votare (secondo YouTrend ha votato Gualtieri il 60% di chi al primo turno aveva votato Calenda, e il 40% di chi aveva votato Raggi). Molti pochi sono invece coloro che, tra questi ultimi, hanno deciso di votare Michetti (secondo YouTrend ha votato Michetti al ballottaggio il 10% di chi al primo turno aveva votato Calanda o Raggi). Nonostante quindi la geografia del voto alla Raggi e quella del voto a Michetti mostrino notevoli sovrapposizioni, i due elettorati sembrano ormai quasi completamente distinti. Fuori dal GRA il risultato di Gualtieri si è confermato anche al ballottaggio molto negativo, e in particolare nel quadrante orientale e nel VI Municipio di Torre Angela e Tor Bella Monaca, che è d’altronde l’unico dove ha prevalso il centro-destra.
L’elemento di gran lunga più rilevante di queste elezioni è ovviamente l’elevatissima astensione, che purtroppo non è possibile mappare nel dettaglio per via dell’indisponibilità di dati a livello di sezione elettorale. I dati disponibili consentono comunque di dedurre che la vittoria di Gualtieri sia stata dovuta anche alla circostanza che molti dei votanti che nelle periferie più esterne avevano optato per la Raggi nel 2016, e anche per la destra – la Lega in particolare – nelle successive elezioni politiche e europee, semplicemente non è andata a votare. Lo stesso è avvenuto – come è invece possibile osservare dalla differenza relativa dei voti riportata nella carta a destra – tra il primo e il secondo turno: le zone dove al primo turno aveva prevalso Michetti sono quelle dove, con poche eccezioni, la riduzione dei votanti è stata relativamente più ampia.
Il centro-sinistra complessivamente considerato, quindi, anche grazie alla candidatura di Calenda, mostra notevoli capacità di recupero rispetto ai risultati ottenuti nel corso delle ultime elezioni in tutta la zona centrale della città (in linea con la vittoria alle elezioni suppletive del 2018 nei Municipi III e VIII), e anche la possibilità di convogliare parte del voto ai 5stelle. Lo stesso non avviene nelle periferie più esterne, dove le preferenze elettorali da un lato e l’elevatissima astensione dall’altro confermano non solo le difficoltà del centro-sinistra in quest’area, ma un più generale, enorme e drammatico problema di rappresentanza.
C’è da chiedersi se sindaco e giunta lavoreranno più per la città che già li vota, e che al limite è anche sufficiente per vincere le elezioni, o più per quella che allo stato attuale non li voterà mai, ma che è dove, a nostro avviso, dovremo giudicare se hanno governato bene o male.
Analisi accurata con tutti gli approfondimenti su candidati, municipi, primo e secondo turno, spiegazioni su andamento voto per municipi e turni, la domanda delle “100 pistole” (alias monete) finale immagino sia retorica…. Fra un po’ di tempo…. Lasciamoli lavorare…. Almeno chi si dice di sinistra centro
Confermo…