Accogliamo volentieri e rilanciamo l’Appello per la Casa dei 161 professori universitari di Progettazione Architettonica di tutta Italia, volto al Presidente de Consiglio affinché, a fronte degli ingenti investimenti pubblici del Next Generation EU, si attivi da subito un robusto programma per interventi di housing, per far fronte alle esigenze della popolazione più debole, che include quella più giovane, esclusa dalla proprietà della casa.

Appello che si unisce a quello rivolto al Governo da tutte le associazioni sindacali e movimenti per il diritto all’abitare che tratteggiano uno scenario, determinato dalla crisi Covid-19, molto critico.

Nella sola città di Roma poco meno di 50mila famiglie si sono rivolte al Comune  da marzo 2020 per avere un contributo all’affitto, che su un numero di 166mila contratti registrati rappresenta circa un terzo dei nuclei in locazione privata a Roma.  

A fronte della attuale situazione vi era comunque una situazione pregressa già critica, testimoniata dalle 600mila domande per un alloggio pubblico a livello nazionale, 13mila nella sola Roma.  

La New Generation EU potrebbe rappresentare l’occasione per una inversione di tendenza rispetto alla disattenzione di cui hanno goduto le politiche della casa ed un ritorno al finanziamento dell’alloggio pubblico in Italia.

Tuttavia riteniamo che sia complesso aprire una stagione nuova se i nodi critici del passato non trovano soluzione.

Al primo punto possiamo ascrivere il problema gestionale dell’edilizia residenziale pubblica. Alti tassi di concentrazioni di nuclei in condizioni socio economiche critiche, carenza di manutenzione, e altri fenomeni hanno fornito argomenti per delegittimare l’azione pubblica e per favorire l’esodo dei finanziamenti verso il privato. Una serie storica che parte con la demolizione del complesso pubblico del Pruitt Igoe del 1972 e che ancora oggi non si è arrestata. Figlia di questo clima culturale è la legge 560 del 1993 che prevedeva l’alienazione di una quota fra il 75% e il 50% di tutta l’edilizia pubblica. Un legge ancora attiva che dovrebbe ancora comportare la vendita di circa 20mila alloggi popolari a Roma su un totale di 74mila. A questo si sono aggiunti altri piani di dismissione. D’altro canto fino a quando i piani di dismissione rimarranno uno dei pochi strumenti per consentire il pareggio di bilancio degli enti, che gestiscono gli alloggi pubblici, sarà complesso farne a meno. Il costo di esercizio dell’edilizia pubblica è uno dei grandi quesiti irrisolti delle politiche abitative.  Chi integra la differenza fra il canone sociale, che a Roma parte da 7,70€, e il costo di esercizio (manutenzione e gestione) di un alloggio pubblico?  Considerando che a Berlino tale costo è stato stimato in 5€ e a Parigi in 4,90€ a metro quadro, anche a Roma non dovrebbe essere dissimile. Ma mentre in tutta Europa sussidi pubblici intervengono per determinare l’abbattimento del costo dell’alloggio all’affittuario, da noi questo non avviene scaricando l’onere su comuni e enti gestori.

Il secondo punto riguarda l’efficienza e la capacità di spesa delle Amministrazioni Pubbliche, soprattutto della Amministrazioni Locali responsabili della attuazione dei programmi. La presentazione del quinto rapporto Urbanit è stata l’occasione per fare il punto sul Piano Periferie: di 2miliardi stanziati risultano spesi dalle Amministrazioni locali solo 230milioni[1]. Un caso certo non isolato se consideriamo ad esempi i quasi mille milioni ex Gescal ancora nelle disponibilità delle Regioni per l’edilizia residenziale pubblica. Un problema, quello dell’efficienza di spesa delle amministrazioni, sul quale sarà opportuno riflettere soprattutto in questo momento in cui la spesa in investimenti sarà vitale per l’economia del paese e alla viglia dell’arrivo di fondi per il rilancio del Paese duramente provato dall’epidemia Covid-19, come recita il suddetto rapporto.

Il terzo punto è determinato dal ruolo dei privati nell’edilizia residenziale sociale, o come spesso viene chiamata housing sociale. Una stagione che si apre con il Piano Casa del 2008 e che oggi, a dodici anni di distanza, possiamo iniziare a valutare. Nato per essere una opportunità per la famigerata fascia grigia mirata prevalentemente all’affitto si è, a causa della legislazione, trasformato in altro. Il base ai dati  Fia, Fondo investimenti per l’abitare, diffusi da Cassa Depositi e Prestiti, il 75% degli alloggi realizzati sarebbero oggetto di vendita convenzionata, il 9% di locazione a riscatto e solo 16% a locazione calmierata[2]. Anche la Corte dei Conti, nella delibera sui contributo all’affitto n. 9 del 2020, evidenzia queste criticità:

In questo senso, il Piano casa non è stato caratterizzato, fino ad ora, dal voler dare concreta applicazione al modello di derivazione comunitaria del social housing, in nessuna delle sue due principali accezioni e cioè né in termini di finanziamento e di nuovo criterio di governance, esplicantesi attraverso il partenariato pubblico-privato, né tantomeno in termini di promozione di misure di coesione sociale, che tanta parte hanno avuto per il suo sviluppo negli altri Paesi europei.[3]

L’edilizia residenziale sociale pone un problema di relazione, di pesi e misure nel famigerato partenariati pubblico-privati, risolto in questi ultimi anni a favore dei privati su cui sarebbe urgente un ripensamento.

I finanziamenti collegati alla Next Generation EU potrebbero essere il motore per un nuovo Piano Casa, e anche l’occasione in cui le tre grandi questioni sulla casa –  il finanziamento della edilizia residenziale, realizzazioni e costo di esercizio, l’efficienza dell’azione pubblica e la ridefinizione del rapporto pubblico-privato nelle trasformazioni urbane – trovano finalmente una risposta.

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Enrico Puccini


[1] https://www.urbanit.it/il-sottosegretario-fraccaro-alla-presentazione-del-quinto-rapporto/

[2] https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2019/06/24/edilizia-pubblica-cosa-fare/

[3] i Fondi per il sostegno all’abitazione in locazione per le categorie sociali deboli (2014-2020), p. 24. https://www.corteconti.it/HOME/Documenti/DettaglioDocumenti?Id=76d019eb-7f41-4340-ace1-8cc979dc6586